gen-2014
Colori e tendenze Lasciati incantare dal folklore del Carnevale
E come in ogni regione che si rispetti, la festa del Carnevale è la celebrazione dell’eccesso, del divertimento senza limiti, sfilata di carri con caricature di personaggi e situazioni del momento e non solo.
Ed in Calabria la celebrazione assume un aspetto particolare ed esemplare legato ad una terra di contadini, ad antiche usanze risalenti all’epoca dei Borboni.
Il Carnevale di Castrovillari, il più importante in Calabria, è il Carnevale del Pollino, sfilata di carri allegorici, anche se i veri protagonisti in scena sono i gruppi folcloristici, le parate di bande musicali, la Commedia dell’arte con la maschera calabrese d’eccellenza: Giangurgolo, che vuol dire l’ingordo, colui che farebbe di tutto per soddisfare la sua fame, senza guardare in faccia nessuno. La maschera è la satira del signorotto spagnolo, ai tempi dei Borboni, raffigurato nella sua massima ingordigia.
Il Carnevale qui oltre a racchiudere una parata, balli e canti, va in scena anche a teatro tra satira, commedia e antichi usi e costumi.
E vogliamo presentare anche il suggestivo Carnevale di Amantea, un Carnevale antichissimo i cui primi documenti risalgono al 1635 – oggi considerato tra uno dei più belli del Meridione. Nella cittadina di mare, i colori e le tendenze del Carnevale seguono, anch’essi, la tradizione del luogo, diversa da quella di Castrovillari, ove le caricature per eccellenza messe in scena sui lunghi carri della cosi definita “plebe”, erano quelle del barone, signorotto spagnolo, del medico, dell’avvocato, del sindaco e del prete, proprio per voler distinguere le classi sociali e mettere in risalto le caratteristiche dell’ingordigia, avidità, sete di potere ed altro; al contrario le maschere dell’allegria, l’ipocrisia, l’astuzia, l’ingenuità, la vanagloria erano rappresentate da ’u coscinuotu”, “ ’a pacchiana”, “ ’u Jaccheru”, “ ’u tavernaru”, “ ’u politicu” e il classico Jugale, tutte raffigurate da uomini e donne.
Ma in entrambe le località, il Carnevale è la parata dei gruppi folkloristici che intonano canti e fanfare per le vie fino a terminare il Martedì Grasso con il Grande Falò nel quale viene bruciato il fantoccio di Carnevale, ormai grasso per la sua troppa ingordigia, davanti alla figura della Quaresima, sua moglie, una signora esile, scorbutica che invoca la morte di suo marito.
Ed ancora tutta una lunga tradizione legata al cibo, a piatti unici come la Frittata di Carnevale di Amantea..
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